Accelerare il processo di fusione, senza far entrare in gioco temperature troppo elevate: le aziende scelgono il fusore continuo Tecno 3

macchinario lavorazione cioccolato

L’acquisto delle sostanze grasse da parte delle aziende alimentari avviene generalmente allo stato liquido in cisterna, se le quantità utilizzate sono notevoli e la rotazione è abbastanza veloce. Il prodotto, conservato allo stato fuso a temperature comprese tra 40 e 50°C, potrebbe subire dopo un certo tempo modificazioni chimiche tali da alterarne la qualità. Per consumi più limitati, o proprio per evitare fenomeni di deterioramento, si ricorre all’impiego di pani solidi, del peso di circa 20 Kg, confezionati in un sacchetto di plastica all’interno di un cartone. Questi possono essere conservati in ambiente climatizzato per un periodo abbastanza lungo senza alterazioni. Prima dell’inserimento in produzione, il grasso deve essere portato allo stato fluido e il sistema tradizionale prevede l’utilizzo di fusori statici in cui il pane è depositato su superfici o serpentine riscaldate e il liquido raccolto in vasca. L’operazione può richiedere anche diverso tempo, con dispendio di mano d’opera e di energia. Proprio questi sono stati i motivi che hanno spinto un’importante azienda alimentare a richiedere l’intervento di TECNO 3. Detta azienda infatti, pur impiegando discrete quantità di sostanze grasse, ha scelto la strada della fusione dei pani per ragioni legate alla qualità dei prodotti.

LO STUDIO
Lo scopo che TECNO 3 si è prefissato è quello di accelerare il processo di fusione, senza far entrare in gioco temperature troppo elevate per non danneggiare chimicamente la sostanza grassa. La conseguenza logica, oltre la maggiore produttività in spazi ridotti, deve essere il risparmio energetico e un impiego più razionale della mano d’opera.
LA SOLUZIONE
TECNO 3 ha sviluppato un fusore continuo, in cui l’efficienza dello scambio termico è elevata in conseguenza del lavoro meccanico di rotori caldi, che operano un’azione raschiante sulla superficie dei pani. I blocchi di grasso sono posati dall’operatore sul piano di carico, inclinato e caldo, e scivolano spontaneamente verso i rotori, che sono riscaldati e dotati di una spirale in rilievo. Questa agisce come raschiante e rinnova di continuo la zona da fondere a contatto con la parte calda. I pani in fusione, avanzando verso l’uscita, incontrano una superfice superiore inclinata e ricevono una spinta verso il basso, che aumenta la pressione sui rotori e accelera il processo. Il grasso è raccolto nella vasca sottostante, dove i piccoli pezzi di raschiatura, caduti ancora solidi, terminano rapidamente la fusione. Tramite una pompa di trasferimento il liquido è prelevato in continuo e inviato alla produzione.
LA RICHIESTA
L’acquisto delle sostanze grasse da parte delle aziende alimentari avviene generalmente allo stato liquido in cisterna, se le quantità utilizzate sono notevoli e la rotazione è abbastanza veloce. Il prodotto, conservato allo stato fuso a temperature comprese tra 40 e 50°C, potrebbe subire dopo un certo tempo modificazioni chimiche tali da alterarne la qualità. Per consumi più limitati, o proprio per evitare fenomeni di deterioramento, si ricorre all’impiego di pani solidi, del peso di circa 20 Kg, confezionati in un sacchetto di plastica all’interno di un cartone. Questi possono essere conservati in ambiente climatizzato per un periodo abbastanza lungo senza alterazioni. Prima dell’inserimento in produzione, il grasso deve essere portato allo stato fluido e il sistema tradizionale prevede l’utilizzo di fusori statici in cui il pane è depositato su superfici o serpentine riscaldate e il liquido raccolto in vasca. L’operazione può richiedere anche diverso tempo, con dispendio di mano d’opera e di energia. Proprio questi sono stati i motivi che hanno spinto un’importante azienda alimentare a richiedere l’intervento di TECNO 3. Detta azienda infatti, pur impiegando discrete quantità di sostanze grasse, ha scelto la strada della fusione dei pani per ragioni legate alla qualità dei prodotti.

Il risultato

L’impianto, pur occupando uno spazio abbastanza limitato, è dotato di una efficacia eccezionale: per sostanze grasse con punti di fusione sino a 45°C la capacità produttiva supera i 3000 Kg/h. Il doppio circuito di termoregolazione, temperatura più elevata dei rotori rispetto alla vasca di raccolta, consente di velocizzare il processo con un controllo accurato delle temperature. Il fusore continuo è utilizzato con successo su tutti i prodotti lipidici, quali burro di cacao, burro vaccino, grassi vegetali, masse di cacao, cioccolato, compound, creme, ecc, naturalmente confezionati in blocchi da 20/25Kg. Volendo automatizzare completamente il sistema, Tecno3 ha studiato l’applicazione di un manipolatore robotico che preleva i cartoni dal pallet, elimina la confezione esterna e il sacchetto di plastica interno, quindi dispone i pani sul piano inclinato caldo per l’alimentazione in continuo del fusore. L’originale tecnologia Tecno 3, oltre a risolvere il problema dell’azienda che l’aveva sollevato, ha trovato largo consenso anche nelle grandi industrie alimentari che utilizzano svariati tipi di sostanze grasse, in quanto permette la loro gestione razionale senza onerosi investimenti in impianti di stoccaggio.

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